NARDO' - Caro direttore, la destra è corresponsabile del genocidio a Gaza, e in Italia governa con il manganello.
Dopo Pisa e Firenze le manifestazioni di protesta degli studenti non credo possano proseguire com’è stato finora. È necessario organizzare la lotta “pro-Palestina libera” con maggiore intensità e partecipazione, estendendo le contestazioni e coinvolgendo altri settori e figure sociali e produttive nel nostro paese. Per fermare la deriva autoritaria e securitaria.
L’uso della violenza, che si sta mettendo in atto, contro le ragazze e i ragazzi è intollerabile!
Siamo di fronte a delle pacifiche manifestazioni delle idee, come sancito dalla nostra Costituzione. E per questo dovremmo tutti chiederci che, dopo che cose analoghe sono successe alla Sapienza di Roma e nel campus universitario di Torino, appare più difficile credere che si tratti di una fortuita serie di “sbagli” successi in molte questure?
Il ministro dell’Interno “c’è”, ma solo quando deve concedere le adunate dei fascisti in piazza, o per accordare blocchi stradali agli agricoltori. Anche a quest’ultimi al netto dei settori contadini impoveriti dalle dinamiche capitaliste nelle campagne.
Il governo, e in particolare in ministero dell’Interno, deve assumersi la responsabilità di rompere questa catena, o sarà legittimo credere che sia proprio l’esecutivo a volersi avvantaggiare di questo clima di tensione che assomiglia sempre più ad una strategia ben precisa.
L’origine dottrinale del maggior partito di governo, e il fatto che la presidente del Consiglio si prepari a una campagna referendaria in cui chiederà pieni poteri per abbattere il sistema di garanzie democratiche della Costituzione antifascista, non lasciano per nulla tranquilli tutti, dico tutti, i sinceri democratici.
Pensiamo per un attimo se dovessimo unire, idealmente, i puntini tra la sproporzionata brutalità della polizia in piazza e il progetto politico di Fratelli d’Italia. Ne verrebbe fuori un’immagine spaventosa: se le cose dovessero continuare così, quei puntini si uniranno da soli.
L'intervento “muscolare e aggressivo” delle forze dell'ordine rischia di dare una immagine errata dello Stato ed anche diseducativa. Ci chiediamo il perché siano scattati gli arresti di alcuni ragazzi, molti minorenni, che manifestavano in modo pacifico. E perché sia entrata in azione una carica così frontale ed aggressiva. Non si può impaurire la voglia di manifestare le idee delle giovani generazioni.
Considerazioni fondamentali, che tutti dovremmo porci in questo momento: qual è la tenuta delle garanzie democratiche?
Bene ha fatto il Presidente della Repubblica, presso il Ministro dell’Interno, a richiamare “l’autorevolezza delle Forze dell’Ordine che non si misura sui manganelli ma sulla capacità di assicurare sicurezza tutelando, al contempo, la libertà di manifestare pubblicamente le proprie opinioni”.
Poi il comunicato di Mattarella si conclude appunto con un forte ammonimento: “Con i ragazzi i manganelli esprimono un fallimento”.
Non si tratta di un caso isolato: sono episodi che si stanno ripetendo da Torino a Milano, da Vicenza a Catania. E quel che appare più grave che la Giorgia Meloni continui a tacere, a nascondere la testa sotto la sabbia.
La gestione delle manifestazioni di protesta si ricollega anche all’intensificazione delle norme che il Governo sta perseguendo per reprimere il dissenso.
C’è un ignobile clima di repressione di cui il ministro Piantedosi deve rispondere, in Parlamento e nel paese.
Dunque, caro direttore, la destra è corresponsabile del genocidio a Gaza, e in Italia governa con il manganello.
Maurizio Maccagnano, sindacalista dissidente